Nel 1946 venne istituito la World Health Organization (WHO-OMS) sulla base del principio che la salute debba essere considerata un diritto inalienabile per ogni individuo e ogni collettività. Nel 1947 l’OMS introduceva un nuovo significato di salute; salute intesa come un completo benessere psico-fisico e sociale e non bastava l’assenza di malattia.
Quindi si assisteva già ad una trasformazione del concetto di salute: da un modello strettamente “biomedico”, di interesse sanitario, ad un modello “olistico” che coinvolge più dimensioni; dimensione biologica, psicologica, sociale e pedagogica. Ovvero un modello che riguarda l’uomo nella sua “globalità” e lo vede coinvolto in tutte le “aree vitali”, non solo di tipo medico-sanitario ma anche relazionale e sociale.
Salute e malattia rappresentano due pratiche ben precise: una quella della prevenzione e l’altra quella della cura. La prima è finalizzata allo stato di benessere impedendo l’insorgere della malattia, la seconda è orientata al recupero dello stato di salute compromesso, debellando le cause delle situazioni patologiche. È evidente che nella prima “pratica”, gli interventi di prevenzione non sono necessariamente esclusivo compito della medicina, anche se essa assume un ruolo molto importante; per esempio pensiamo alla turbercolosi che ha cessato di flagellare i paesi industriali quando sono stati adottati interventi ambientali, cominciando a costruire edifici dotati di idonea aerazione, adeguata esposizione solare e un appropriato sistema di riscaldamento. Questo concetto è supportato dagli studi sulla morbilità che hanno dimostrato versi malessere che spinge gli individui a diventare consumatori di farmaci curativi, preventivi, del lavoro, dell’ambiente (iatrogenesi sociale). E qui il grande rischio di produrre un ulteriore effetto negativo, ovvero quello di inibire la capacità potenziale dell’individuo nel fronteggiare in modo personale e autonomo la propria debolezza, la propria vulnerabilità e la propria unicità (iatrogenesi culturale).
Sicuramente i professionisti della salute sono convinti che è importante mettere in atto nuove strategie per prevenire le malattie e negli ultimi anni anche progettare campagne di promozione della salute, salute come “bene primario” della persona attraverso l’approccio olistico. Questo importante tema viene espresso nell’art. 32 della Costituzione italiana “il possesso del migliore stato di salute che è possibile ottenere è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano”. Sulla base di questo principio fondamentale, la società deve garantire a tutti in ugual misura gli strumenti atti a garantire la salute, a promuoverla e a conservarla.
(tratto da Nordic Walking e Salute – Ed. Maggioli, 2014 Luca Cecchetto)
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