IL RUOLO DEL GIOCO NELLO SVILUPPO DEL BAMBINO
Dott.ssa Alessia Leugio – Psicologo
Osservando i bambini ci rendiamo conto che la maggior parte del loro tempo è occupata da diverse forme di gioco; che non è soltanto un modo per conoscere il mondo, ma è anche una forma di comunicazione, di esperienza emotiva, di azione trasformativa della realtà.
Giocare è fare contemporaneamente qualcosa con il corpo e sognare con la mente, cioè trasformare delle emozioni in immagini.
Un bambino mentre gioca manifesta meglio il suo mondo interiore, e mette in evidenza la sua esigenza di comunicare e socializzare. Molte ricerche sottolineano che il gioco è un potente mediatore per l’apprendimento, stimola la formazione della personalità, prepara il bambino ad apprendere le regole e migliora l’integrazione sociale. Il gioco può essere rappresentato come area dello sviluppo motorio, intellettivo, sociale e relazionale.
I bambini traggono più benefici variando le attività di gioco, giocando a volte da soli e a volte in gruppo.
Funzione prioritaria sarebbe, quindi, conseguire, attraverso la manipolazione di strumenti, una migliore destrezza e sempre nuove combinazioni di comportamenti. Il gioco così definibile, grazie alle teorie sviluppate dai numerosi studiosi che si sono interessati dell’argomento, come sostiene Vygotskij: “il gioco contiene tutte le tendenze evolutive in forma condensata e il gioco stesso è una fonte principale di sviluppo” (L. S. Vygotskij, Il ruolo del gioco nello sviluppo mentale del bambino, 1981).
Le caratteristiche psicologiche del gioco sono: la motivazione intrinseca, la priorità dei mezzi sul fine, la dominanza dell’individuo rispetto alla realtà esterna, la non letteralità e il coinvolgimento attivo.
La motivazione intrinseca sottolinea il carattere distintivo del gioco rispetto alle altre attività, in quanto nel gioco non vi è altra giustificazione del gioco stesso, non dipende da fattori sociali o pressioni esterne. Il procedimento e la fase preparatoria (costruzione dello scenario, decisione dei ruoli, disposizione del materiale) hanno la priorità rispetto al fine.
L’ individuo domina lo scenario; utilizza quello che trova nell’ambiente esterno. Lo stimolo nasce dall’organismo verso lo stimolo esterno; nell’esplorazione avviene il contrario. L’ esplorazione è un’attività attraverso la quale si ottengono informazioni e si riduce l’incertezza, il gioco segue contemporaneamente l’esplorazione, ma produce eccitazione, stimola la fantasia non essendo vincolato dalla realtà esterna. Infatti Vygotskij (1930) sostiene che la creazione di una situazione immaginaria è la prima manifestazione dell’emancipazione del bambino da costrizioni situazionali.
La non letteralità ribadisce la specificità dell’attività del gioco: il bambino esplora diversi significati; è il luogo in cui si realizzano i desideri irrealizzabili. Il bambino usa la capacità di separare il significato da un oggetto senza sapere che lo sta facendo, e raggiunge una definizione funzionale di concetti o di oggetti.
Ogni tipo di gioco richiede una partecipazione e un coinvolgimento che cambia in base al comportamento ludico, al contesto e alla funzione del gioco.
Il gioco è al centro del processo evolutivo del bambino, e insieme alla comunicazione e al linguaggio contribuiscono a rafforzare le capacità creative del bambino e hanno un ruolo importante per lo sviluppo del bambino.
Il gioco può essere uno strumento che permette di educare il al bambino verso buona alimentazione.
Attraverso attività ludico-didattiche si portano progressivamente i bambini alla scoperta del cibo e degli effetti benefici al proprio organismo. La collaborazione tra medici, scuola e famiglie è naturalmente fondamentale per un percorso educativo ottimale in questa delicata fase di crescita. L’educazione alimentare punta a migliorare la qualità dell’alimentazione del bambino, variando i cibi e favorendo quindi l’apporto di tutte le componenti nutritive di cui il suo organismo ha bisogno.
GIOCO COMINCIA A TAVOLA
Dott.ssa Erika Mollo – Dietista
Oggi ad un ragazzino in sovrappeso l’informazione che viene trasmessa dai media allo scopo di dimagrire è: mangia quello che vuoi, purché poco, cosi non ingrasserai.
E’ giunta l’ora di dire con forza che questa informazione è scientificamente scorretta, non documentata, dannosa!
Scorretta perché induce a pensare che la qualità del cibo non conta, ma contano le calorie.
Non documentata perché centinaia di lavori ormai documentano che non appena si riducono le calorie, il metabolismo rallenta e quindi il deperimento è solo temporaneo.
Dannosa perché porta le persone a scegliere come “dietetici” dei prodotti a cui sono stati tolti i grassi, ma che sono pieni di zuccheri, che hanno un più basso contenuto calorico ma un più alto potere ingrassante attraverso lo stimolo dell’insulina.
L’obbiettivo è quello di rendere i propri figli consapevoli della propria alimentazione e in grado di distinguere ciò che è buono e sano da ciò che è solo buono al palato. Una scommessa importante in quanto la nostra cultura alimentare è sempre più rivolta verso cibi “fast” e prodotti industriali.
Ma come si fa ad appassionare i nostri ragazzi verso questo delicato argomento?
“GIOCANDO”! Giocando con il cibo si può fare molto. Senza gioco, senza divertimento, si impara poco. Spingere i nostri ragazzi a mettere “le mani in pasta”, in modo da coinvolgerli “sul campo”, aumentando le loro conoscenze sia teoriche che pratiche.
Il primo punto che deve essere registrato da chi intenda mangiare in modo corretto è la distribuzione dei pasti; più ricchi nella prima parte della giornata e meno nella seconda. Occorre decisamente sovvertite l’abitudine imperante che ci vede mettere insieme una colazione frettolosa, un pranzo rapido e una cena poi esageratamente ricca.
Considerata la favorevole situazione del risveglio, in cui gli zuccheri assunti vengono prevalentemente destinati al consumo, possiamo chiudere un occhio sul carico glicemico e concedersi quel po’ di marmellata, miele, biscotti e cereali integrali o cioccolato (fondente) che con più difficoltà potremmo inserire a pranzo o a cena.
La cosiddetta “COLAZIONE DA RE” che deve prevedere della frutta fresca, una componente dolce/calorica e una proteica, crea qualche complicazione pratica: al mattino abbiamo necessità organizzative e tempi ristretti, ma è un investimento di pazienza che darà buoni frutti ed è un’abitudine che, una volta sperimentata, diventa preziosa e piacevole per tutta la famiglia.
Svegliarsi prima, apparecchiare e far diventare la colazione un momento da condividere insieme.
I bambini adorano giocare con farina, uova, burro, acqua, pesare gli ingredienti, impastare, stendere una sfoglia, creare biscotti di forme divertenti, immaginarsi piccoli cuochi a lavoro!
E il tempo passato con loro in cucina è sicuramente tempo di qualità oltre che di divertimento assoluto.
E’ anche i miglior modo per educare i vostri figli e insegnare loro l’importanza di un cibo di qualità.
Intorno ai 2-3 anni possono iniziare a impastare, stendere una sfoglia e tagliare i biscotti, a partire dai 5 anni possono fare ricette complete, ovviamente con un piccolo aiuto da parte vostra per tagliare e usare il forno.
Bisogna accettare il fatto che ci sarà parecchio da pulire, ma non riesco a immaginare miglior motivo per passare la serata con i nostri bambini.
Ecco qualche esempio pratico di ricette, con spiegazione adatta ai bambini.
BISCOTTI INTEGRALI
Ingredienti
Preparazione
Metti la farina, il miele e il burro appena tolto dal frigo nella ciotola del mixer.
Chiedi ad un adulto di aiutarti ad accendere il mixer e spegnilo quando gli ingredienti avranno un aspetto di piccole briciole.
Chiedi ad un adulto di aiutarti a togliere la lama dalla ciotola e trasferisci il contenuto su una superficie adatta e aggiungi la bustina di vanillina, la buccia di limone grattugiata e le uova. Impasta velocemente e forma una palla liscia.
Avvoglia l’impasto con una pellicola trasparente e metti in frigo per 30’.
Chiedi ad un adulto di aiutarti ad accendere il forno e portarlo a 180°.
Stendi il panetto fino ad uno spessore di 0,5mm.
Ritaglia i biscotti con le formine e disponili su una teglia da forno rivestita di carta da forno.
Chiedi ad un adulto di aiutarti a metterli in forno e cuocili per circa 10’.
Chiedi ad un adulto di aiutarti a togliere la teglia dal forno e lasciala raffreddare per 5’.
Sposta i biscotti su una gratella e lasciali raffreddare completamente.
E ora pappali tutti!
Quindi “giochiamo” con i nostri ragazzi! La salute è un dono, e se noi ce ne siamo resi conto, abbiamo l’obbligo morale di trasmettere questa consapevolezza a chi dipende da noi, a chi si fida di noi.
E quel piatto speciale, buono e salutare, che ci avranno preparato con le loro manine avrà nella nostra bocca il sapore più buono del mondo.
Bibliografia:
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